Ci sono libri che diventano oggetti speciali, preziosi come compagni di viaggio che sanno capirti senza tante parole. Così è Notturni á la carte. Penelope misunderstandings. Un solo libro con due lati come un vinile da 45 giri. Tutto è servito sul piatto della passione (lato a) e dell’amore (lato b) con lo sguardo sornione della Luna e la musica della vita. Tra brevi racconti e intermittenze poetiche che si intrecciano come nodi di quella tela che più volte viene ripresa, fantasticata, smontata e dipinta con profumi e sapori, “frammenti particolari di realtà” vengono offerti come spuntini squisiti o cene frugali piene di desiderio e di senso, nel tepore di case lasciate aperte a una attesa d’amore. La scrittura non si dipana come palcoscenico grandioso ma come necessità urgente per lasciare un segno, una traccia che diventa nutrimento dell’anima e del corpo. La donna si individua nella scrittura e, seguendo una voce antica e primordiale, si racconta e rimanda al mito, al desiderio, all’eros e ai suoi fantasmi, con lenti e languidi sussurri, come una sibilla moderna che si schernisce con ironia da ogni ruolo profetico.
